Luigi Ballarin. Antico Egitto. La vita oltre la vita

di Angelo Costanzo

«Gettare ponti tra mondi lontani è ciò che fa l’arte in un incontro felice di pensiero ed emozione»:  Luigi Ballarin  è tornato all’Accademia d’Egitto, in Via Omero 4, per la nuova personale “Antico Egitto. La vita oltre la vita”, visitabile fino al primo giugno. L’esposizione abbraccia otto opere di grandi dimensioni nella cui creazione Luigi Ballarin si è ispirato alle antiche e tradizionali forme decorative dei tempi egizi per riproporre in chiave moderna, rinnovata, non solo le rappresentazioni, ma anche i suoi messaggi. La mostra si concentra in particolare sulla bellezza del tempio di Abu Simbel, fortemente voluto e costruito da Ramses II (1303 a.C. – 1212 a.C.) per celebrare la sua vittoria contro gli Ittiti nella battaglia di Kadesh. Grazie alle tecniche miste e all’uso dell’acrilico e dello smalto, Luigi Ballarin rende insolite le sue decorazioni, apparentemente imprecise da vicino, ma perfette da lontano. Ad arricchire le opere, effetti metallici che donano alle opere una grande luminosità, narrando memorie e ricordi, emozioni e racconti, simboli e spiritualità. Tramite forme nuove, libere, svincolate da culture ed immagini archetipiche, che ostentano una epidermide di patchwork, memoria viva di antichi manufatti ceramici e tessili, Luigi Ballarin reinterpreta anche la complessa e straordinaria concezione filosofica della morte, intesa dagli egizi come “momento di transizione”, dimostrando quanto sia profondo il legame tra passato e presente. Ecco alcuni fotografie della mostra “Antico Egitto. La vita oltre la vita” che RomaRivista.it ha scattato durante il vernissage di apertura:

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